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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Gallipoli, Federconsumatori: "Verifiche in ospedale"

Dopo la segnalazione del Tribunale dei diritti del malato e la replica della cooperativa che ha in appalto il servizio mensa, chieste ispezioni "indipendentemente dalla fondatezza del fatto specifico"

Non si spengono del tutto le polemiche sul caso dell'ospedale di Gallipoli. Nei giorni scorsi il Tribunale dei diritti del malato aveva posto in evidenza un presunto caso di guasto nei cibi della mensa. S'era addirittura parlato di "odore di urina di gatto". E pronta era giunta la replica della cooperativa "La Cascina", che ha in appalto il servizio mensa dell'ospedale di Gallipoli. "Presunto caso di ‘malasanità''? Nnotizia destituita di ogni fondamento. Come prassi, all'atto della consegna, sono stati verificati e registrati la temperatura del pasto, l'integrità e la pulizia dei contenitori, e solo dopo tale controllo, è stata effettuata la consegna . Tutto risultava regolare. Stiamo valutando di proporre denuncia per procurato allarme" (confrontare: https://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=1435 e https://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=1463).


"La questione che vede coinvolto l'ospedale di Gallipoli in questi giorni - scrive la sezione gallipolini di Ferconsumatori- sottolinea come non sia assolutamente accettabile che riguardo ad un presidio ospedaliero, ove dovrebbe essere garantita la massima igiene e la sicurezza per il paziente, possano sorgere anche solo dubbi circa l'attuazione di certe misure igieniche così basilari ed elementari". Per questo "la Federconsumatori di Gallipoli rivolge un appello soprattutto agli organi ispettivi il cui intervento appare doveroso, indipendentemente dalla fondatezza della notizia relativa ai cattivi odori all'interno del contenitori alimentari, al fine di assicurare determinati standard igienici e ripristinare così uno certo stato di tranquillità nell'utenza e nella cittadinanza tutta, ma coglie l'occasione per manifestare anche agli amministratori del presidio un esigenza collettiva che è quella vigilare sull'efficienza della struttura ospedaliera, ribaltando, se del caso, il concetto di risparmio sui servizi affidati ai privati".

"La struttura ospedaliera - prosegue la nota - si avvale di ditte e cooperative appaltatrici che sono fuori dal proprio controllo in fatto gestionale, ma l'aggiudicazione dei servizi di ristorazione e pulizia non può assolutamente basarsi su criteri di valutazione che privilegiano il prezzo rispetto alla qualità con risultati dubbi dal punto di vista dell'efficienza del servizio e, conseguentemente, della stessa convenienza economica".

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