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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Quintana torna all’opposizione. “Minerva, ecco perché ti mollo”. Ed è scontro

Il consigliere ha spiegato le ragioni del suo disimpegno dalla maggioranza e ha annunciato di aderire al movimento Casa Pound

GALLIPOLI – Il divorzio è stato sancito. Il consigliere Sandro Quintana torna all’opposizione dell’amministrazione guidata dal sindaco Stefano Minerva e in un incontro pubblico presso il teatro Tito Schipa ha illustrato le ragioni del suo disimpegno dalla maggioranza.

“La svolta nella quale anche io avevo creduto accostandomi, subito dopo il primo consiglio comunale, al governo del sindaco Minerva sino ad ora non c’è stata e ho registrato troppi atteggiamenti scorretti nei mie confronti”, il j’accuse in sintesi del capogruppo di Italia Destati, che annuncia anche l’adesione a Casa Pound e presto anche la costituzione del gruppo in consiglio comunale. A pochi giorni dalla sua comunicazione sulla decisione di rassegnare le dimissioni dalla carica di presidente della commissione Ambiente e di vicepresidente della commissione Urbanistica e lavori pubblici, Quintana segna il passo tornando nella sua postazione incardinata nell’opposizione all’amministrazione Minerva che pur ha contribuito, ai tempi del ballottaggio, ad avallare e sostenere. Quintana è tornato, pacatamente, ma con ritrovata convinzione, sulle ragioni cardine che hanno portato al divorzio dalla maggioranza, bollata come “inefficace” ed “incapace” sino ad oggi a portare avanti una risvolta tanto annunciata quanto, a suo dire, irrealizzata.           

“Non voglio più stare con gli occhi chiusi, mi dispiace vedere una città come Gallipoli ferma e senza una programmazione seria. Ho creduto nella svolta di Minerva, ma ad oggi non si è visto nulla e non c’è un’idea per un paese che vuole crescere e svilupparsi” ammonisce Quintana, “per questo ho deciso che magari stando dall’altra parte della barricata forse potrò dare un impulso ed essere da stimolo per questa amministrazione presentando proposte di delibere e suggerimenti che spero verranno presi in considerazione”.  Una lunga elencazione quella di Quintana, che rimarca lo scollamento tra uffici, giunta e Consiglio comunale, nonostante la solerzia  e caparbietà di qualche consigliere di maggioranza (in sala come uditori Caterina Fiore, capogruppo dell’Udc, e Vincenzo Piro del gruppo misto), e “l’apatia di una amministrazione che vive alla giornata senza una programmazione seria sulle questioni delicate della città”.

Grandi questioni che restano ancora irrisolte che vanno dalle recenti ed “evitabili” chiusure dei lidi all'attività di somministrazione negli stabilimenti balneari, allo smontaggio delle strutture balneari sprovviste di titolo, al Piano comunale delle coste adottato e ancora non approvato, al Piano regolatore portuale, al Pug. E ancora la riqualificazione e i lavori per la strada dei lidi e la pianificazione del centro storico, e l’appalto della nettezza urbana. Proprio sull’appalto rifiuti Quintana ha ricordato  il contratto firmato lo scorso novembre, anche se si continua in regime di proroga che tiene in quota il vecchio canone annuo di 4 milioni e mezzo, mentre con il nuovo capitolato dell’Aro si sarebbe già dovuto ridurre la spesa a 3 milioni e mezzo. Così come irrisolto resta il nodo sui lavoratori in esubero e il ritardo nella costituzione della multiservizi. 

Questi alcuni tra i principali problemi mai compiutamente affrontati da questa maggioranza” conclude Quintana, “con l’aggiunta di comportamenti arroganti e immorali imposti nei miei confronti”. Ed esplicita la goccia che ha fatto traboccare un vaso già colmo: “Se in una riunione di maggioranza non si ha la libertà di poter esporre le proprie idee e di proporre lo spostamento di un mercatino e qualcuno avvisa subito i diretti interessati creando dissapori, è meglio stare dall’altra parte”. Torna all’opposizione Quintana precisando che proporrà una delibera “per il riordino delle case popolari”, sollecitando il sindaco a varare una giunta tecnica che sappia “cosa fare e come muoversi”, e liberando il campo da facili strumentalizzazioni: “Questa è una mia scelta libera e a chi insinua che ho fatto accordi con Fasano o altri dico che non mi faccio tirare per la giacchetta da nessuno”.

La presa d’atto di Minerva: “Mi ha mollato per i gazebi”

Non si è fatta attendere la replica del primo cittadino di Gallipoli sulla decisione del consigliere Quintana di allontanarsi dalla rotta della maggioranza di governo. Puntualizza e controbatte Minerva alle esternazioni pubbliche di Quintana e fornisce la sua versione di fatti e circostanze. “Sulle cronache locali le dimissioni del consigliere Quintana da presidente della commissione Ambiente hanno fatto discutere: non vi è dubbio che la perdita di un pezzo della maggioranza possa rappresentare un passaggio politico negativo, ma a quanto avvenuto, ribatto che tale soluzione sarebbe stata, ad ogni modo, un necessario epilogo e la migliore soluzione dinanzi a queste discrepanze ed ideologie politiche” esordisce il primo cittadino, “ma contrariamente a quanto si possa affermare, il reale motivo che ha visto il consigliere Quintana abbandonare la riunione di maggioranza è tutt'altro che vicino ad una concreta motivazione in grado di abbracciare il bene collettivo. Gazebi commerciali che non danneggiano la comunità, ma che rappresentano solo un ostacolo alla vista incantata della città vecchia nei confronti di una e sola determinata realtà che rientra nella sfera degli interessi personali è, sicuramente, il motivo della rottura”.

Chiarite tali questioni il sindaco replica anche alle accuse che vedrebbero imputare alla sua cattiva gestione politica e amministrativa le problematiche ancora irrisolte come quella relativa al sevizio della nettezza urbana. Se vi sono intoppi sul servizio della nettezza urbana” rintuzza Minerva, “il fallimento è esclusivamente da annoverarsi ad una mancanza del presidente della commissione Ambiente che non è riuscito a portare avanti la faccenda. Riconosco che è davvero tanto facile mollare tutto alla prima difficoltà, in fondo, ognuno combatte le proprie piccole battaglie quotidiane, nessuno è con le mani in mano e chi sbaglia al primo colpo, al secondo ne esce vittorioso. È prassi. Alla luce di quanto emerso, con convinzione, sostengo la scelta del consigliere: qui non c'è spazio per i propri interessi e per deboli tentativi di cambiamento della città”. Sul piano strettamente politico Minerva si pone poi un interrogativo: “Mi chiedo se tutto non fosse poi calcolato: come sarebbe potuto uscire allo scoperto un sostegno politico di amministratore di CasaPound con un sindaco del Pd? Bugie, estremismi ed affari personali non sono ben accetti”.

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