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Giro di armi da fuoco e monopolio imposto sul servizio navette: sei arresti

All’alba di oggi l’operazione “Efesto”, condotta dalla Procura della Repubblica e dal commissariato gallipolino: l’indagine partita nel luglio del 2018, da un ordinario controllo amministrativo sul porto d’armi

GALLIPOLI – Nonostante fossero muniti di regolare licenza per l’attività di Ncc, noleggio con conducente, gli operatori gallipolini erano costretti a chiedere il placet pur di poter lavorare. Lo stesso monopolio e controllo del settore sarebbe stato imposto anche ad alcuni esercenti di un'altra città e persino dei comuni dell’hinterland: loro, nella Città Bella, non dovevano proprio metterci piede. E per essere ancora più “incisivi” e convincenti, non hanno esitato a usare persino il fuoco per intimorire uno dei commercianti, incendiandogli il mezzo. In sei, nelle ultime ore, sono finiti in manette a seguito di un blitz condotto dal commissariato di polizia gallipolino. Gli agenti, coordinati dal vicequestore Monica Sammati, hanno fermato un gruppo di cittadini, residenti tra Gallipoli e Alezio, accusandoli di traffico clandestino di armi da fuoco, danneggiamento seguito da incendio e tentate estorsioni ai danni di esercenti l’attività di noleggio con conducente.

"Efesto": 6 arresti per armi e controllo sul mercato Ncc

Si tratta di Gabriele Fiore, 50enne di Alezio; Salvatore Fiore, 30enne alestino; Moreno Galluzzo, 46enne residente a Gallipoli; Giuseppe Imperatore, 40enne di Gallipoli; Luigi Cardellini, 46enne aletino e Sara Pisanello, 39enne gallipolina. Tutti noti alle forze dell’ordine per vecchi reati (Cardellini nel 1993 fu accusato di un omicidio scaturito da una rapina a mano armata ad Alliste, ndr), sono stati accompagnati in carcere (fatta eccezione per la donna), su disposizione del gip presso il Tribunale di Lecce, Cinzia Vergine, su richiesta del pm Giovanna Cannarile.

L’indagine e poi il blitz

IMG_1967-2-2Si intitola “Efesto” il blitz scattato all’alba di oggi, come il nome del dio della mitologia greca del fuoco e dei metalli da forgiare. Ed è appunto dalle armi da fuoco che sono scaturiti gli arresti. Tutto è cominciato nell’estate del 2018, quando il commissariato era ancora coordinato dal vicequestore Marta De Bellis. L’indagine, poi passata nelle mani dell’attuale dirigente, era in realtà un ordinario controllo sulla detenzione di armi nel Gallipolino.

Tutto parte con una verifica amministrativa per comparare il numero delle licenze per porto d’arma per uso sportivo e i luoghi in cui le pistole venivano effettivamente conservate. Un’anomalia ha però attirato l’attenzione degli agenti: uno degli arrestati, in un solo mese, aveva acquistato regolarmente 12 armi, avendone il permesso. Tra queste anche un fucile a pompa, tre pistole a tamburo e otto semiautomatiche. Oggetti che venivano comperati assieme al munizionamento, per poi essere ceduti a chi, evidentemente, non ne aveva il permesso alla detenzione. L’attenzione degli investigatori si è infatti soffermata su Moreno Galluzzo e della sua compagna.

Il video: blitz all'alba tra Gallipoli e hinterland

È stato accertato, successivamente, proprio a seguito delle indagini, che i due avevano complessivamente immesso nel mercato clandestino 18 potenti armi da fuoco perfettamente funzionanti e al momento ancora da ricercare, motivo per il quale sono stati emessi i relativi decreti di sequestro preventivo. Armi da fuoco, in parte cedute illegalmente a Gabriele e Salvatore Fiore: a loro volta, a seguito di controlli presso le rispettive abitazioni, si sarebbero disfatti delle armi. E non è tutto. Dall’attività eseguita dai poliziotti gallipolini è poi anche emerso che nella notte del 30 maggio dello scorso anno Galluzzo, assieme alla compagna, durante le fasi preliminari del piano che era stato inizialmente pianificato con Giuseppe Imperatore, suo datore di lavoro nell’attività di Ncc, ha materialmente appiccato fuoco al mezzo di lavoro del titolare di un'attività di noleggio con conducente e, peraltro, ex dipendente di Imperatore. Nell’elenco dei detentori di armi, tuttavia, i poliziotti hanno scorto un nome noto: era l’autista di una delle navette collegate a degli eventi estivi nella cittadina ionica.

L'incendio doloso a scopo intimidatorio

E, proprio lo scorso 30 maggio, a Gallipoli, si era verificato un incendio doloso ai danni di un pulmino, usato per l’attività di noleggio con conducente. La vittima di quel gesto, si è scoperto poi, era un ex dipendente del mandante del rogo. Passaggi che non potevano non balzare agli occhi dei poliziotti. Da lì, una serie di testimonianze e altre attività tra cui i pedinamenti, hanno consentito di scoprire anche la serie di minacce a scopo estorsivo, rivolte a numerosi operatori dell’attività di noleggio con conducente nei comuni vicini: Alezio, Sannicola, Taviano, Galatone. A nessuno di questi, pur avendo una regolare licenza ad effettuare quel lavoro, sarebbe dovuto salire in mente di esercitare nel territorio gallipolino. Alcuni componenti del gruppo pretendevano dunque il monopolio del settore cosiddetto “Ncc”.

Gli stessi agenti del commissariato hanno poi provveduto al ritiro, in via cautelare, di tre armi detenute legalmente da due degli arrestati perché, alla luce delle responsabilità penali, sono ritenute persone capaci di abusarne. Inoltre, sono stati segnalati al prefetto di Lecce, per l’emissione di un divieto di detenzione armi, e al questore della Provincia di Lecce, per la revoca del titolo autorizzativo del porto d’armi. Un importante risultato per la dirigente del commissariato Sammati e per lo stesso questore di Lecce, Andrea Valentino: “Importante proteggere il turismo e divertimento dell’estate gallipolina dal malaffare”, ha dichiarato durante una conferenza stampa.

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