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Martedì, 16 Aprile 2024
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"Distretto della calza" nel mirino di fiamme gialle: un milione di capi falsi e 10 indagati

I finanzieri della compagnia di Gallipoli, assieme ai colleghi del comando provinciale, hanno eseguito sequestri, denunciato grossisti e scoperto la “macchina della falsificazione” nelle zone comprese tra Gallipoli, Taviano, Racale, Melissano e Casarano. Oltre a capi di abbigliamento perfettamente contraffatti, i responsabili realizzavano anche i relativi codici a barre e persino l’ologramma del marchio sull’etichetta

GALLIPOLI – T-shirt, calzini e altra biancheria intima di marchi prestigiosi. Qualità tutt’altro che scadente, prezzi ragionevoli e persino l’ologramma del logo impresso sull’etichetta. Muniti, infine, anche dei relativi codici a barre: tutti identici uno all’altro, e inesistenti, per un enorme raggiro del fisco.  Tecniche da perfetti falsificatori che non sono, tuttavia, passate inosservate agli occhi delle fiamme gialle. I finanzieri della compagnia di Gallipoli, guidati dal maggiore Francesco Mazza, hanno eseguito il sequestro di circa un milione di articoli, per un valore complessivo che si aggira, approssimando per difetto, attorno ai due milioni di euro.

L’operazione anti contraffazione prende il via a partire dallo scorso mese di febbraio, coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica di Lecce, Donatina Buffelli. Circa 275 controlli, con il supporto dei vari reparti del comando provinciale della guardia di finanza, sono stati eseguiti in tutto il Tacco, con particolare riguardo nei confronti del cosiddetto “distretto della calza”: Racale, in primis, ma anche Taviano, Melissano e Casarano e la stessa Città Bella.

Dieci individui del posto, alcuni dei quali in qualità di prestanome e altri già noti alle forze dell’ordine per reati specifici, sono stati denunciati in stato di libertà con l’accusa di ricettazione e contraffazione. Nel mirino della guardia di finanza è finita l’intera filiera della produzione di prodotti falsi, fino alla vendita al dettaglio. Nel corso dei mesi sono state eseguite alcune perquisizioni in otto stabilimenti produttivi di altrettante società capitali, e in tre negozi di abbigliamento del circondario. Sono state, inoltre, controllate anche quattro abitazioni private appartenenti ad altrettanti indagati, e un magazzino di stoccaggio all’ingrosso di articoli di abbigliamento.

Nell’ambito dei controlli, i finanzieri hanno anche identificato 11 lavoratori presenti negli stabilimenti, la cui posizione è ora in fase di accertamento per chiarire se fossero regolarmente assunti.  I sigilli sono stati apposti a due depositi dei prodotti, entrambi a Taviano. Da chiarire, inoltre, anche la funzione di un garage, sempre nel comune del basso Salento, nel quale sono stati rinvenuti 13 macchinari utilizzati per la filatura industriale e intestato a uno dei dieci indagati.

Si tratterebbe di un calzaturificio abusivo e completamente sconosciuto al fisco, sul quale gli uomini delle fiamme gialle stanno ora indagando. Il sequestro non è stato eseguito per via di alcuni accertamenti di tipo amministrativo e tributario ancora in corso. Ma l’attività non si è svolta soltanto nel Salento. A conferma dell’efficiente organizzazione “industriale”, seppur rigorosamente falsa, sono stati scoperti anche un pc e sette cavi, collegabili ai macchinari per la produzione di calze: all’interno del dispositivo, il programma per realizzare i cosiddetti “cliché”: loghi e ologrammi dei marchi da imprimere.

Nell’intrecciare i vari passaggi che, dalla produzione, portano alla vendita al dettaglio dei prodotti, i militari hanno anche sottoposto a controllo un magazzino all’ingrosso di un noto centro commerciale di Casamassima, nel Barese, dal quale alcuni negozianti si sarebbero riforniti. All’interno, altri 435mila articoli contraffatti finiti immediatamente nelle mani delle fiamme gialle.

Parte del materiale sequestrato e i finanzieri

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