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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Medici del reparto di Pediatria in affanno. “Servono i rinforzi per l’estate”

Lettera aperta del personale medico della divisione di Pediatria del Sacro Cuore di Gesù che da due anni ha perso due unità non ancora sostituite. Appello per il potenziamento dell’organico e polemica con la Asl: “Per straordinari e prestazioni aggiuntive niente soldi”

GALLIPOLI - L’estate che incalza e la carenza cronica di personale medico e infermieristico che affanna i turni e i servizi degli ospedali. E si riverberano i continui segnali di soccorso lanciati all’indirizzo della Direzione generale della Asl e della Regione Puglia. Si fanno sentire anche i direttori delle unità operative di tutti reparti e anche dal “Sacro Cuore di Gesù” di Gallipoli si focalizzano le criticità del pronto soccorso, Cardiologia, Rianimazione ed ora anche della Pediatria. E sono proprio i medici della unità pediatrica gallipolina (Nicola Corciulo, Maria Rosaria Veglio, Cosimo Marra, Marco Giorgino, Rosario Solidoro) con una lettera aperta, a firma congiunta, a fare il punto della situazione sulle problematiche legate al proprio reparto di competenza e sulla inadeguatezza dell’organico del personale medico e paramedico per far fronte ad una nuova stagione “calda” e con l’impossibilità anche di usufruire al minimo del diritto alle ferie.           

“Il nostro reparto di Pediatria di Gallipoli è carente da circa due anni con due  unità in meno che non sono mai state sostituite” evidenziano all’unisono i medici, “e a questo si aggiunge l’aumento considerevole della popolazione che nei mesi di luglio e agosto, in alcune zone come la nostra  si decuplica. Quest’anno poi è stato previsto un ulteriore incremento turistico del 20 per cento. Si cerca anche di correre ai ripari, incrementando nuove postazioni del 118, su sollecitazione del sindaco e del prefetto, senza però pensare che l’urgenza ha nell’ospedale il luogo dove si testa  l’efficacia dell’intervento che per essere ottimale ha bisogno di numeri e qualità. E allora, mentre gli operatori turistici si attrezzano per offrire il meglio del servizio” evidenziano i medici del Sacro Cuore, “gli ospedali chiedono aiuto. E la nostra Asl si adopera a coprire  la carenza cronica di personale con  tentativi, quanto mai inutili, di spostamenti di personale da un reparto  all’altro, sino a proposte antidiluviane come le guardie interdivisionali”.

Un’emergenza che non sembra potersi sbloccare con la sola buona volontà e con le vere e proprie lotte intestine tra i vari direttori di reparto che cercano di strappare quanto più e possibile per la propria divisione a scapito poi di altre. Un circolo vizioso. Ma come poterne uscire? La direzione generale della Asl leccese è già a lavoro da tempo per equilibrare il tutto. Ma dai presidi territoriali e dai nosocomi si continua a lamentare situazioni prossime al collasso.

“A questo punto viene sollecitata la buona volontà del singolo e in alcuni casi si ricorre alle motivazioni campanilistiche che, in questo periodo di riforma sanitaria regionale sono un monito a tenere duro  per evitare che venga  chiuso  il reparto, come se non fosse stato già tutto deciso” lamentano nella loro lettera aperta i medici di Pediatria, “e a questo punto, pur di andare in ferie almeno per dieci giorni, e non rinunciare ad offrire un servizio adeguato, siamo disposti agli straordinari e proviamo a chiedere al nostro direttore sanitario delle prestazioni aggiuntive, cioè ore di straordinario retribuito, sottoponendoci anche a turni molto pesanti, come mattina e notte. Ma la nostra buona volontà, purtroppo, invece di essere accolta con entusiasmo e riconoscenza” accusano ancora i medici, “viene stoppata con un categorico non ci sono soldi per pagare le ore di prestazioni aggiuntive”.  

Da qui il nuovo focolaio di polemica alimentato dai firmatari della lettera aperta che intendo spontaneamente ricordare come “lo scorso anno, la nostra Azienda sanitaria ha pensato di affidare un pezzo di sanità pubblica a dei privati erogando  pacchetti di prestazioni aggiuntive direttamente  a due società emiliane per un totale di 2.706 ore con un costo totale della manovra di 150 mila euro”. Ora invece che molti dei medici locali hanno invece deciso di offrire identico servizio la questione è bloccata per l’assenza dei fondi necessari. Da qui la chiosa finale del personale medico del Sacro Cuore. “Siamo agli sgoccioli, l’estate è iniziata, ma a noi operatori sanitari non è stata ancora data una risposta” concludono i medici di Pediatria, “continuiamo a brancolare nel buio con richieste fatte e risposte non date.

La nostra speranza che questa nostra terra rimanga nel ricordo dei turisti anche per i buoni servizi che offre ed in particolare per quello sanitario che deve rappresentare, sempre, il fiore all’occhiello di un territorio. E noi medici ed operatori sanitari ci auguriamo di poter usufruire del diritto delle ferie, di curare nel migliore dei modi i pazienti che ci giungeranno, senza dover, mai più, a fine stagione incrociarsi nei corridoi e ripetere,  l’abituale, triste frase: per fortuna anche quest’anno è andata bene, non c’è scappato il morto”.

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