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Giovedì, 28 Marzo 2024
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La notte gelida dei migranti: in 796 sbarcano nel porto di Gallipoli. Tragedia sfiorata

Il cargo "Blue Sky M" abbandonato ieri nelle acque al largo dell'isola di Corfù recuperato in extremis dagli uomini della Capitaneria di porto ha rischiato di schiantarsi sulla costa di Leuca. Alle 2,37 l'arrivo nel porto. Soccorsi e identificazioni in corso

GALLIPOLI – Dalla disperazione e dalla fuga dall’insana guerra ai brividi di freddo. E di paura. Quella che si legge vibrante negli occhi e fa cristallizzare il sangue. Sbarca il dramma dei 796 migranti siriani abbandonati, nella giornata di ieri, al proprio destino in balia delle onde al largo dell’isola di Corfù.

A bordo, stipati e infreddoliti, intere famiglie, donne (due delle quali in gravidanza) e circa un centinaio di bambini. Ore 2,37 nel porto di Gallipoli la riproposizione del dramma vissuto quotidianamente e per un intero anno sulle sponde di Lampedusa. Nella notte gelida, con spruzzate di nevischio mitigate solo dall’umido mare, la prua del cargo “Blue Sky M”, battente bandiera moldava, con il suo carico umano e i mille dubbi su quanto sia accaduto realmente a bordo e al largo delle coste elleniche, fa capolino nello specchio d’acqua antistante il molo foraneo del porto gallipolino presidiato e pronto ad aprire le braccia dell’accoglienza.

Passano ancora alcuni minuti, il tempo necessario al rimorchiatore della Marina militare di completare la sua manovra di ormeggio, e verso le 3,15 il possente cargo di circa 86 metri, può attraccare in banchina a ridosso del lanternino. La macchina dei soccorsi e il coordinamento delle operazioni di sbarco affidate al personale del comando della capitaneria di porto e dai carabinieri, polizia e forze dell’ordine schierate con uomini e mezzi, è pronta. Sulla banchina, pattugliata dagli uomini della guardia costiera, illuminata a giorno con i fari e con l’ausilio dell’attività dei vigili del fuoco e dei volontari della protezione civile, si dipanano le ambulanze e i sanitari di Croce rossa e servizio del 118. L’unità di crisi supervisionata dal prefetto Giuliana Perrotta, giunta in auto da Lecce, e dalle forze militari e civili locali muove i suoi concreti passi.

Per l’intera nottata è un continuo via vai di barelle e di soccorsi presso la tenda medica da campo allestita per la prima emergenza in loco. In seguito un'ulteriore struttura viene montata dai militari dell’Esercito. In zona, oltre alle forze dell’ordine, anche il sindaco di Gallipoli, Francesco Errico e gli uomini della polizia locale. Si allertano gli ospedali “Sacro Cuore” di Gallipoli e “Ferrari” di Casarano, dove vengono trasferiti e visitati poco meno di un centinaio di persone, soprattutto minori, feriti e migranti in presa a crisi ipoglicemiche o con ipotermia. E ovviamente le donne in gravidanza. Anche al “Panico” di Tricase sono stati trasportati e vistati altri sei migranti sbarcati dal cargo moldavo. Si somministrano cure, bevande, coperte e vestiario.

Chi è in buone condizioni viene smistato subito sui pullman pronti in banchina al nuovo trasbordo. Il Comune ha messo a disposizione due palestre e un intero edificio scolastico ed ha chiesto il supporto della protezione civile, forze dell’ordine e delle autorità sanitarie. Dopo le identificazioni già da questa mattina si dispone il trasferimento di alcuni migranti nelle strutture di accoglienza pugliesi (un centinaio sono in queste ore presso il centro don Tonino Bello di Otranto) ma anche del Nord Italia, in particolare in Piemonte e Lombardia. L’arrivo nel porto di un carro funebre lascia subito pensare ad un dramma nel dramma. La notizia di alcuni decessi a bordo però non trova conferme.

Il Salento come Lampedusa

All’inchiesta aperta dalla Procura il compito di chiarire tutti gli aspetti ancora oscuri dell’intera vicenda soprattutto in merito all’equipaggio, o ai possibili scafisti, che potrebbero aver abbandonato la nave quando ancora solcava le acque territoriali greche e lasciato il cargo in balia del suo destino. O magari è ora rimescolato tra la marea di migranti approdati sulle coste salentine.

Di certo c’è che la “Blue Sky M”, per diverse ore è stata una mina vagante in balia del mare al largo di Corfù con i venti che hanno soffiato sino a 50 chilometri l'ora. La nave è stata abbordata nella tarda serata di ieri a 15 miglia circa dalla costa di Santa Maria di Leuca e al governo del cargo s'è messo il personale della guardia costiera della capitaneria di porto di Gallipoli grazie anche all’intervento aereo garantito da due elicotteri della Marina militare e dell’Aereonautica militare decollati nel pomeriggio da Grottaglie e Gioia del Colle.

IMG-20141231-WA0036-2Poi l'attracco a Gallipoli nel cuore della notte. I militari della capitaneria sono riusciti a giungere a bordo della nave calandosi dai due elicotteri, ed hanno preso il controllo dell'imbarcazione che si trovava a poche miglia dalla costa salentina e che ha rischiato anche di schiantarsi contro gli scogli.

Il trasferimento è avvenuto grazie agli elicotteri HH139 dell'Aeronautica militare e EH101 della Marina militare, dopo che le motovedette della guardia costiera gallipolina, nel pomeriggio si erano avvicinate alla nave ma non erano riuscite ad effettuare l'abbordaggio a causa delle avverse condizioni del mare e del forte vento. Lo stesso personale della guardia costiera a bordo del mercantile carico di migranti è riuscito ad evitare che la nave impattasse contro la costa.

A circa tre miglia da Santa Maria di Leuca, infatti, i sei militari della capitaneria gallipolina sono riusciti a far cambiare rotta alla nave nonostante il motore fosse bloccato. I sei hanno condotto la nave al largo con l'obiettivo di sbloccare il motore e poterla così governare per condurla in sicurezza in porto. La Marina militare ha inviato nelle acque di Gallipoli un rimorchiatore partito da Taranto per trainare la nave fino alle banchine del porto gallipolino. E l’alba del nuovo giorno può far tirare un sospiro di sollievo per una tragedia che, fortunatamente, si è solo sfiorata. 

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