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Il senatore di Gallipoli: "Voglio la B... come Barba"

Sempre indaffarato, con poche ore di tempo per dormire e molte interamente dedicate e concomitanti tra la vita imprenditoriale, la presidenza della squadra di calcio e l'attività di parlamentare

Sempre indaffarato, di corsa, con poche ore di tempo per dormire e molte interamente dedicate e concomitanti tra la vita imprenditoriale, la presidenza della squadra di calcio, l'attività parlamentare di Senatore della Repubblica. E se non fosse stato per qualche incidente di percorso indipendente dalla sua volontà, ancora oggi sindaco della bella Gallipoli? Forse. Un fiume in piena Vincenzo Barba che in queste ore svicola via dal bar Centrale, a due passi dal Teatro Italia, al suo quartier generale della Nuova An.pa di piazza Aldo Moro. E poi ancora in macchina verso gli scranni di palazzo Madama a cercare di lavorare alle costole il claudicante Governo Prodi. "Altro che pianista!" commenta ironico in relazione alla notizia di qualche tempo addietro che lo voleva tra i senatori del centrodestra assenti in aula, ma ugualmente "presenti" al momento del conteggio dei voti. "Dal martedì al venerdì sono sempre a Roma a svolgere il ruolo per il quale sono stato eletto, perché sono il Senatore della Repubblica e rappresento non solo Gallipoli, ma il Salento e la Puglia tutta, con onore e dedizione... altro che chiacchiere e distintivo...".

Barba c'è e si fa sentire. E chi lo ferma più. In questo mese di gennaio c'è da seguire da vicino le vicende del calcio mercato, c'è il congresso cittadino di Forza Italia che apre le porte alla Popolo delle Libertà, c'è una nuova campagna elettorale per le amministrative alle porte che, come sempre, vorrà portare avanti da protagonista. Scenderà ancora una volta in campo come candidato sindaco? Si vedrà, ma chi lo conosce bene sa che raramente è disposto a delegare, a lasciar perdere, a tirarsi fuori dalle sfide che lo esaltano: come uomo, come imprenditore, come politico. "Sono e resterò sempre l'uomo del fare e della concretezza, quelli che sono stati da sempre i miei slogan elettorali ma anche nella vita", ribadisce a gran voce Barba. Fermarlo? Quasi impossibile: provate a chiedere a chi qualche giorno addietro nel centro storico, dove vive, mentre risaliva contromano la centralissima via Antonietta De Pace, ha provato a farlo...

Senatore, allora, pronti per una nuova campagna elettorale alla "grandissima"? In questi giorni Saverio Congedo de ‘La Città', parla di primarie nel centrodestra per il candidato presidente della Provincia. Ma non era stato lei per primo ad indicare le primarie per il sindaco di Gallipoli?

"Certamente, ebbi a dire qualche tempo addietro e posso ribadirlo che siccome in politica, checché ne pensi qualcuno, la prima e l'ultima parola spetta sempre ai cittadini, è quanto mai opportuno rivolgersi allo strumento democratico per eccellenza, quale quello delle primarie, per stabilire chi tra i tanti "disinteressati" contendenti alla carica di sindaco di Gallipoli avrà il favore, l'entusiasmo ed il sostegno della cittadinanza. Potrebbero essere insomma, le primarie ad individuare il miglior candidato sindaco del centrodestra, quello che avrà più opportunità di confrontarsi con l'avversario di sinistra per evitare che la città, in maniera irresponsabile, possa passare nelle mani di chi non ha grandi progetti e grandi idee per il futuro".

"Il sottoscritto, del resto, apprende e si convince sempre di più che siamo alla vigilia di una campagna elettorale che sarà certamente puntigliosa, ma non astiosa né tanto meno bellicosa così come si sente dire in giro. C'è necessità di riportare entusiasmo nel nostro elettorato che è assai dispiaciuto dal tradimento che il sindaco che aveva espresso, ha ricevuto da qualche scheggia impazzita della sua maggioranza. È il popolo sovrano che decide. Noi, dal momento che siamo fortunatamente in democrazia, dobbiamo attenerci alle sue statuizioni. Ma se su tutte le cariche sono disposto a fare passi indietro e a trattare, sulla candidatura a sindaco di questa meravigliosa città, che mi appartiene e alla quale appartengo in maniera unica, non sono disposto ad arretrare di un millimetro, anche in ossequio al principio di continuità istituzionale che in ogni ambiente di Gallipoli vogliono sia rispettato. E per questo ringrazio il mondo delle professioni, il mondo dell'imprenditoria, il mondo del lavoro, il mondo della pesca, il mondo del volontariato e così via".

"Da parte mia, quindi, nessun passo indietro sulla mia disponibilità fisiologica a candidarmi a primo cittadino di Gallipoli, una città che è stata affossata dalle amministrazioni precedenti alla mia e che per essere curata avrà bisogno di tanto tempo, tante energie, tanta disponibilità e tanta convinzione e voglia di voler veramente cambiare le cose. Tutti i cittadini auspicano, finalmente, il ritorno di Gallipoli in mani pulite. Ripeto che per la sedia di sindaco chiunque abbia velleità dovrà confrontarsi con il sottoscritto, magari nelle primarie che ho proposto, dal momento che non sarò disposto ad accettare passivamente nessuna trattativa sopra e sotto il banco".

Il progetto Gallipoli-calcio intanto va avanti, ma lei nei giorni scorsi ha attaccato duramente la Provincia e tutti gli imprenditori locali che non ne vogliono sapere di darle una mano. Perdurando questa situazione, si potrebbe rompere il giocattolo?

"Non posso che ripetere quanto già detto e che voi della stampa avete già pubblicato: ripeto a voce alta e senza paura di alcuna smentita. Il progetto del Gallipoli calcio non è soltanto un progetto sportivo, ma è anche e soprattutto un progetto sociale che ha la finalità principale di utilizzare il calcio e lo spettacolo che esso sa regalare come momento di ritrovo di una comunità intorno al suo campanile per poi prendere slancio in tutti i settori dell'attività economica attraverso il ritorno di immagine che il fenomeno sportivo può garantire, soprattutto, in ambito turistico e commerciale. Ma c'è qualcuno che tutto questo non lo ha compreso. Così malgrado i grandi successi e i trionfi sportivi della nostra squadra, mi ritrovo ancora una volta, in qualità di patron del sodalizio giallorosso, a constatare un totale disinteresse da parte di coloro che, a tutti i livelli, potrebbero darci una mano per far volare in alto il nostro progetto e tutto il Salento".

"È svilente constatare che chi può aiutarci continui a fare orecchie da mercante e che le istituzioni, che potrebbero sostenere Gallipoli e il Gallipoli calcio, si nascondano dietro esiguità di risorse che poi non si palesano, invece, in altre occasioni sportive. Le nozze, come dico sempre, non si fanno con i fichi secchi: ho chiesto l'aiuto ed il sostegno dei privati e delle istituzioni per dare radici ancora più solide ai nostri programmi. Ma nessuno si è fatto avanti... il progetto B come Barba, va avanti. perché dopo la B di Barba c'è la A. Ma da solo non posso più tirare la carretta. E tempo che qualcuno si svegli e si metta in gioco, io l'ho fatto quando c'era da salvare il calcio a Gallipoli che prima di Barba era morto... ora chiedete ai tifosi..."

Ma c'è il problema dello stadio e ora con questo calciomercato c'è chi corteggia bomber Di Gennaro e i "gioielli" giallorossi?

"Per lo stadio noi ci siamo sempre dichiarati disponibili ad intervenire a sostegno della costruzione di un nuovo impianto polifunzionale. Ma anche le altre istituzioni devo fare la loro parte: Comune, Provincia, Regione, i capi del calcio. Si vedrà a fine campionato. Per il nostro bomber Di Gennaro si sa che i matrimoni di fanno in due: lui ha detto si al Gallipoli, al nostro progetto, alla nostra voglia di vincere. E' forte e si è integrato nel gruppo. Noi siamo pronti a comprarlo tutto dalla Lucchese, quindi non abbiamo nessuna intenzione di venderlo a gennaio. La squadra è già buona così. Vedremo con mister Bonetti e il ds Pagni come regolarci di conseguenza".

Tornando alla politica, ma in Forza Italia gallipolina (nuovo Pdl), tornerà il sereno?

"Ho già detto in passato che questo partito mi sembra una vera Torre di Babele dove tutti dicono e fanno ciò che si sentono di dire e di fare, senza alcun raccordo e senza alcuna armonia. Un'orchestra dove tutti stonano e dove la bacchetta del direttore, che si contraddistingue sempre per l'eccelsa signorilità e l'alta onorabilità dei comportamenti, ha difficoltà ad esser presa in considerazione. Si può spiegare altrimenti che il senatore di Forza Italia, Vincenzo Barba, reduce da cinque trionfanti campagne elettorali sostenute in un anno e mezzo, sindaco di Gallipoli, già consigliere regionale, possa essere sfiduciato mentre è a Roma a combattere accanto a Berlusconi contro il Governo Prodi, da una mozione a firma di un consigliere della stessa Forza Italia? Possiamo continuare col dirci una cosa per farne poi un'altra? Non sarebbe il caso di darci una regolata come avviene in tutte le famiglie serie e con grande progettualità?"

"L'ho scritto in un recente comunicato: la nostra sembra essere proprio una famiglia allargata, dove il padre dà giuste direttive, la madre a volte lo ascolta e a volte no, qualche figlio fa l'opposto di ciò che si è stabilito, i nipotini si presentano soltanto quando devono chiedere i pochi spiccioli per la merenda. A me personalmente non piace e non andrebbe più con regole ballerine".

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