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Gallipoli, turismo e caos. E la polemica parla "arabo"

Polemica a distanza nei giorni caldi di ferragosto e visioni contrastanti sull'invasione dei vacanzieri. Il sindaco esulta. Barba e Quintana "Udc" paragonano centro storico a suk e mercato orientale

GALLIPOLI - Anche sul caos vacanziero di questa calda estate gallipolina la polemica a distanza tra i referenti politici cittadini non sembra voler andare in vacanza. Anche sotto l'ombrellone, e il solleone, si tiene alta la guardia e soprattutto spopolano le valutazioni contrapposte sul flusso turistico che ha invaso la città bella. Un concetto lapalissiano: ben vengano comitive e frotte di villeggianti, ma con controlli e organizzazione appropriate perché alla fine si finisce per rendere la città vulnerabile dal punto di vista della gestione e del decoro. Molto ovviamente dipende anche dal senso civico degli ospiti che vanno ovviamente ben accolti, ma che in molti casi non è che si impegnino più di tanto per adottare comportamenti circoscritti nel limite della decenza. Ma tant'è. E allora accade che mentre il primo cittadino di Gallipoli plaude e si rallegra del flusso di turisti presenti in città, meta ambita soprattutto dalle comitive giovanili e l'indice di gradimento superiore a località quali Ibiza e qualche località della riviera romagnola, di contro giungano le critiche aspre e circostanziate dei dirimpettai politici.

In primis ovviamente il deputato cittadino Vincenzo Barba e contestualmente anche il consigliere provinciale dell'Udc, Sandro Quintana. Pur con due interventi distinti e separati, entrambi i rappresentanti politici cittadini convergono sul paragonare la "confusione" vissuta in particolare nel centro storico gallipolino a qualche Suk arabo o alla Medina tunisina o a qualche caotico mercato dei paesi orientali. Il tutto nel sano rispetto delle località prese come termine di paragone. Affonda Barba, che ovviamente termina anche questa disamina con la solita "frecciata" contro la riconversione del porto mercantile e l'apertura allo scalo per i diportisti: "In un suk arabo si respira più ordine rispetto a ciò che sta avvenendo quest'anno nella nostra città, dove a causa della colpevole assenza del sindaco e della giunta comunale in toto, ognuno si sente autorizzato a fare ciò che ritiene più opportuno, senza controlli, senza organizzazione, senza disciplina. Il tutto con danni inenarrabili all'immagine della città e dei turisti e con la mortificazione dei residenti ai quali è ormai del tutto sfuggito il controllo e la gestione dei beni di loro proprietà, senza la possibilità di godere di un solo servizio".

E continua: "Si avverte con tristezza l'inesistenza di un governo cittadino in grado di organizzare al meglio i servizi sul proprio territorio che sembra quasi autogestito dai cittadini. Tutti si sentono autorizzati a fare ciò che vogliono. Tanto chi li controlla? Tanto il sindaco non c'è, e se c'è non vede e non sente. Ho espresso nei giorni scorsi il mio più totale disappunto nei confronti della giunta comunale e, soprattutto, nei confronti di chi, non avendo avuto il coraggio di dimettersi da consigliere comunale per andare ad assumere in prima persona incarichi assessorili, ha pensato bene di poter comandare per interposta persona, facendo sedere in giunta uomini telecomandati. Probabilmente non sono stato sufficientemente chiaro, invece, sulle responsabilità del sindaco che, anziché andare in giro a sparlare dell'inesperienza dei suoi nuovi compagni di viaggio, farebbe bene ad assumersi ogni responsabilità essendo lui, e solo lui, l'artefice principale dello sfascio amministrativo"

E conclude: "E del resto cosa si può pretendere da chi, lungi dal preoccuparsi dei problemi della quotidiana amministrazione, pulizia e decoro urbano, viabilità, accoglienza dei turisti, organizzazione dei servizi urbani territoriali, tutela dei cittadini con una particolare attenzione a coloro che nel periodo estivo soffrono problemi di salute e di portafogli, si scopre novello giocatore di ‘Risiko' e si sente Napoleone nel mettere le bandiere sulle zone della città da sfruttare e sottomettere al proprio volere? Cosa pretendere da chi si è ormai intestardito in questo nuovo ‘summer game'? Un gioco estivo che ha l'intento di distruggere il vecchio porto mercantile e peschereccio per metterci dentro una presunta zona d'attracco di fantomatici yacht".

Quintana (Udc): "Città allo sbando tra caos, sporcizia e degrado. Via De Pace degrado un mercato"

Sul nodo città caotica e abbandonata al suo destino si inserisce anche la presa di posizione del consigliere provinciale dell'Udc, Sandro Quintana che rincara le dose e stigmatizza i toni trionfalistici del primo cittadino sul tema delle presenze turistiche. Ammonisce Quintana: "Leggo dai giornali locali e anche nazionali dell'incremento turistico riguardante Gallipoli, la città che in pochi anni si è trasformata in meta ambita per i turisti italiani e non, piazzatasi al nono posto della top ten superando addirittura Ibiza. Nel contesto leggo basito anche le dichiarazioni del sindaco Venneri e della sua amministrazione riguardanti il raggiungimento di tale risultato.

Ora due sono le cose: O l'amministrazione è andata in ferie e non vede i problemi seri che attanagliano questa città, o fa finta di non vedere facendosi trasportare dall'entusiasmo del momento senza guardare alla vera ed immutabile realtà. Basta vivere la città o farsi un giro nelle ore di punta in questi giorni per notare veramente il fallimento politico e amministrativo. Si nota una città lasciata al degrado, sporca, caotica e senza controllo da parte dei politici andati in vacanza. Via De Pace sembra un mercato dei paesi orientali: chiese da poco restaurate usate come appendiabiti o siti per bivaccare lasciando poi il consumato sugli scalini. Un traffico a dir poco asfissiante con code che raggiungono anche i due chilometri senza aver mai progettato un piano seri. Manca un vero piano per il suolo pubblico dove invece regna il fai da te quotidiano senza il rispetto di chi è in regola ed in barba alle più elementari norme sul codice della strada"

E ancora: "Per non parlare poi della gente di Lido San Giovanni o Baia Verde lasciate sole nella sporcizia e nel caos dei rumori assordanti in barba al rispetto delle regole più elementari e del vivere civile. La litoranea sud intasata dal traffico asfissiante e dal parcheggio selvaggio sulle dune e nel parco naturale. La mancanza di un piano del colore per il centro storico. Ma di quale città parlano i giornali o il sindaco? Forse la moltitudine di presenze ha fatto perdere la vera realtà di questa città dove manca il necessario minimo per l'accoglienza dei turisti. Dove si è vista una città nella top ten delle mete turistiche quando poi risulta sporca, impercorribile e senza le grandi opere infrastrutturali?". E conclude Quintana: "Caro sindaco e amministrazione, invece di litigare e rispondere per le rime sui giornali, invece di dormire sonni tranquilli quando regna il far west, datevi mossa e svegliatevi dal sonno per immergervi nella realtà che condanna la vostra politica fallimentare sotto tutti i punti di vista. Una città sporca e invivibile non ha futuro. Una città senza infrastrutture non può mai misurarsi con altre realtà. Dunque caro sindaco o si fa veramente sul serio e non facendo finta di non vedere, né sentire o lei e la sua amministrazione faccia i bagagli e restituisca al popolo gallipolino il libero arbitrio del voto".

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