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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Gallipoli: sigilli alla nuova caserma dei carabinieri

Sequestrato da parte dei vigili urbani il manufatto in costruzione su via Lecce. Presunte difformità nelle edificazioni rispetto al progetto approvato dalla Regione e dal Comune

La caserma della discordia torna a far parlare di se. Questa mattina sono arrivati i sigilli all'interno del cantiere e dei manufatti in costruzione da parte della ditta Maya srl su via Lecce a Gallipoli (a ridosso del litorale nord) e destinati ad ospitare la nuova Compagnia dei carabinieri e i relativi alloggi per i militari dell'Arma. Già il 19 settembre scorso su disposizione dell'Ufficio tecnico comunale e del settore vigilanza edilizia della polizia municipale di Gallipoli, era stato disposto il blocco dei lavori di realizzazione di alcune opere all'interno della erigenda caserma in virtù dell'accertamento (dopo apposito sopralluogo dei vigili) di una serie di incongruenze rispetto al progetto approvato con il benestare anche della Regione Puglia in deroga ai vincoli paesaggistici e a meno di 150 metri dal mare. Secondo una prima ricostruzione dei fatti sembra che gli accertamenti disposti su input del commissario prefettizio Angelo Trovato e realizzati dai vigili urbani, abbiano riscontrato una variazione dei materiale utilizzati per alcune edificazioni e tramezzature interne (non più solo travi in ferro, ma qualche colata di cemento in più rispetto a quella prevista in origine). E ancora alcune varianti nella stessa tramezzatura dei locali con l'aggiunta di un vano destinato per i servizi igienici non previsto per l'appunto del progetto originario licenziato nel maggio del 2003.

Un nuovo capitolo sulla nuova caserma che andrà ad arricchire anche il fascicolo del sostituto procuratore Marco D'Agostino che sulla vicenda ha già aperto nei mesi scorsi un'inchiesta ipotizzando il reato di abuso edilizio. La società Maya srl dal canto suo (già legittimata dai ricorsi amministrativi vinti in passato) si è appellata al rispetto del disciplinare edilizio che consente le variazioni edilizie contestate trattandosi di un'edificazione militare e affidato ogni chiarimento ai suoi legali presso lo studio Barone e Bonsegna. E sono gli stessi legali che in queste ore hanno precisato che il blocco dei lavori riguarda solo ed esclusivamente le opere realizzate in difformità e accertata dal relativo verbale della Polizia municipale di Gallipoli. Il resto delle attività del cantiere dunque rimangono operative, così come si precisa che le relative varianti alle opere in esecuzione (e oggi alla base del provvedimento di sospensione) sono già state presentate agli uffici comunali competenti.

E forse proprio questa comunicazione e queste varianti progettuali presentate il 17 settembre scorso hanno dato origine alle verifiche accurate da parte del Comune di Gallipoli. Che ha dato l'ordine di arrestare quei lavori in attesa dei relativi accertamenti edilizi in merito. Bisogna tenere anche in debito conto che la stessa ditta Maya, proprio rispetto al progetto originario, aveva già rinunciato alla edificazione di un piano e quindi a diversi metri di cubatura già approvati, per venire incontro alle esigenze di tutela di impatto ambientale su quella zona. In altre parole la ditta sarebbe in credito di volumetrie e quindi le varianti interne al manufatto, con un vano e tramezzature difformi, non costituirebbero in teoria un "accrescimento" edilizio. Situazione che dovrebbe quindi appianarsi una volta verificate tutte le procedure da parte del Comune e dell'autorità giudiziaria in allerta. L'unica cosa certa sottolineata dai legali della Maya è che suona strana tutta "questa attenzione nei confronti della caserma quando in quella stessa zona sono previsti altri insediamenti tra cui un albergo, un capannone e un insediamento residenziale con costruzioni di tredici metri di altezza che mal si conciliano con il paesaggio circostante". E nei confronti dei quali (interpretando il pensiero degli avvocati) non sembra esserci, per così dire, tutto questo zelante "accanimento".

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