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Gallipoli Futura in pressing su Emiliano. “Chiarezza sul Sacro Cuore”

Nuova missiva al governatore di Fasano e De Tommasi con dati allegati sul possibile “taglio” dell’ospedale di Gallipoli. Annunciato ricorso anche alla Corte dei Conti

GALLIPOLI – In pressing continuo sul governatore di Puglia, Michele Emiliano, per aprire il tavolo del confronto  sul futuro e sulla  necessaria valorizzazione dell’ospedale Sacro Cuore di Gesù di Gallipoli. E in caso contrario già pronte eventuali azioni giudiziarie in sede amministrativa e ricorsi anche alla Corte dei conti per bloccare decisioni deleterie e antieconomiche a scapito del territorio gallipolino. Dopo la mobilitazione cittadina della scorsa settimana ad interfacciarsi ancora una volta con il presidente della Regione in vista dell’adozione del nuovo Piano di riordino ospedaliero, è l’associazione Gallipoli Futura guidata dal candidato sindaco Flavio Fasano e dal presidente del sodalizio, Luigi De Tommasi, sottoscrittori di una nuova missiva con la quale chiedono contezza e chiarimenti sul prossimo assetto sanitario che interessa da vicino il nosocomio gallipolino, e sollecitando il faccia a faccia tra Emiliano e la comunità ionica.

Il tutto perché, dati alla mano (allegati alla nuova missiva fatta recapitare al governatore), per la compagine guidata dall’ex assessore provinciale sul nodo del riordino ospedaliero “i giochi sarebbero già fatti”. E il tutto vedrebbe prefigurare il concreto declassamento del Sacro Cuore in quello che già ad horas sarebbe l’accorpamento “evidente” con il Ferrari di Casarano. Una questione complessa sulla quale Fasano e De Tommasi, e il sodalizio di riferimento, chiedono senza mezzi termini ad Emiliano di porre l’adeguata attenzione recandosi in loco, presso la struttura ospedaliera, per conoscere la realtà e le esigenze rivendicate a chiare lettere dal territorio.

“Caro presidente Emiliano a malincuore constatiamo la sua mancata venuta in loco” scrivono nella nuova istanza di Gallipoli Futura, “malgrado l’accorata richiesta e la forte mobilitazione civica, privando il personale medico e socio sanitario anzitutto e poi l’intera comunità, di conoscere, come dovrebbe, il percorso tecnico-logico-giuridico in virtù del quale sia il Collegio di Direzione, che la Deliberazione n° 1 del commissario straordinario del 5 gennaio 2016, così anche la Disposizione di servizio del maggio 2015 dell’allora direttore generale, Gorgoni, relativa all’incarico Direzione medica dell’ospedale di Gallipoli, considerano la struttura ospedaliera di Gallipoli già ‘accorpata’ all’ospedale di Casarano, con funzione prevalente di quest’ultimo”. I firmatari della missiva  evidenziano ad Emiliano come su tale vicenda “sia già stata violata” dalla precedente amministrazione regionale la norma della legge 241/90 nella parte “in cui impone, tra l’altro, l’obbligo della trasparenza dell’azione amministrativa”. Ad oggi a quanto lamentano da Gallipoli Futura infatti, “nessun operatore medico, sociosanitario, nessuna componente sindacale, nessuna conferenza dei sindaci, risulta essere mai stata notiziata delle ragioni di una decisione così travolgente”.

E mentre in terra barese lo stesso presidente Emiliano invita alla calma e alla serenità di pensiero e di azione, tralasciando sterili lotte di campanile, e valutando i reali criteri di efficienza e di organizzazione  che dovrebbero portare alla compensazione dei servizi tra l’ospedale di Gallipoli e quello di Casarano, sono proprio Fasano e De Tommasi a fornire alcune riflessioni atte a controbattere, in cinque capisaldi, l’azione di ridimensionamento del Sacro Cuore appannaggio invece del nosocomio di Casarano nel quale allocare “tutti i servizi dal Dm 70/2015 per la classificazione dei Centri Traumi di Zona” e di considerare tale struttura quale: “presidio ospedaliero per le prestazioni tempo-dipendenti - rete infarto, rete ictus, rete traumatologica e rete dei punti nascita - futura sede di Dea di I Livello”. Da qui vengono reiterati da Gallipoli Futura gli interrogativi già palesati nei giorni scorsi e rispediti all’attenzione del presidente regionale. “Non si discute la necessità di procedere ad accorpamenti di strutture ospedaliere” scrivono Fasano e De Tommasi, “ma si eccepisce che essendo quella del presidio Sacro Cuore di Gesù di Gallipoli, la più recente struttura in attività di tutta la provincia di Lecce, così anche l’unica che risponde anche ai requisiti antisismici di cui alla vigente normativa, è anche la più capiente dopo il Vito Fazzi di Lecce e riporta, al pari dello stesso ospedale leccese, la migliore ubicazione essendo fuori dal perimetro urbano, con collegamento diretto sulle arterie principali, già dotata di adeguato polo chirurgico, può mai dismettere, causa accorpamento, la sua originaria funzione di ospedale di I° livello?”.

SDC11794-3E ancora evidenzia la missiva “si sta ultimando, per la spesa di quasi un milione di euro, la messa a norma completa di tre sale operatorie, su sette complessive di cui dispone, ormai solo da collaudare: potrà mai spiegarsi la soppressione del polo chirurgico in un frangente come questo? La struttura è dotata di nuovissima camera iperbarica e di ben otto posti letto in sala Rianimazione, inaugurata due volte, ma mai ancora formalmente attivata pur essendo ormai completamente ultimata: è normale tutto questo?”.

Infine gli ultimi rilievi di Gallipoli Futura puntano l’attenzione sul fatto che “con pochissime energie finanziarie, la struttura ospedaliera di Gallipoli, potrebbe estendere l’attuale dotazione di posti letto, senza modifiche strutturali, fino alla soglia di 330 posti” secondo uno schema pur allegato nel corpo della lettera inviata ad Emiliano, e anche a chiarire come “con atto deliberativo n. 2118 dell’11 novembre 2008 la giunta regionale, al fine di evitare l’immobilizzo delle risorse, avesse deliberato lo stanziamento in favore del presidio ospedaliero  di Gallipoli di 5milioni di euro. Dove sono andate a finire” si chiedono da Gallipoli Futura, “le risorse deliberate e mai assegnate?”.

Tanti i quesiti e tante le sollecitazioni all’indirizzo del governatore sul tema caldo del riordino ospedaliero e del caso Gallipoli. Nelle loro richieste conclusive Fasano e De Tommasi,  rinnovano il “forte disagio” per la mancata venuta di Emiliano a Gallipoli e la “forte preoccupazione” che la già paventata “definizione” degli accorpamenti porti il Sacro Cuore a perdere l’attuale grado di I° livello di cui è in possesso. “Nella denegata ipotesi si dovesse procedere nel senso temuto” preannunciano i referenti di Gallipoli Futura, “non esiteremo a procedere nelle dovute sedi giudiziarie e presso la Corte dei Conti, alla tutela dei diritti diffusi di cui questa associazione si ritiene investita”. Sempre che l’autorevolezza e la serenità di giudizio di Emiliano non riesca a trovare la quadratura del cerchio sull’asse Gallipoli-Casarano.     

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