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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Gallipoli calcio, il tribunale sentenzia il fallimento

E' stata emessa depositata ieri la sentenza della sezione commerciale del Tribunale di Lecce con la quale è stato dichiarato il fallimento del Gallipolicalcio. I debiti contratti sarebbero di oltre 5

E' stato dichiarato il fallimento per il Gallipoli calcio. Lo sancisce la sentenza che è emessa ieri dalla sezione commerciale del Tribunale di Lecce (presidente Alessandro Silvestrini, a latere Massimo Orlando e Sergio De Bartolomeis). I numeri del crack finanziario parlano chiaro: 4 milioni 533mila e 972 euro i debiti che la società giallorossa aveva accumulato fino al 30 aprile scorso, oltre ad un altro precedente dell'ammontare di 904mila e 514 euro. Cifre da capogiro, che lo scorso 15 giugno avevano spinto il pubblico ministero Stefania Mininni a chiedere il fallimento. Richiesta contro la quale la società aveva presentato ricorso, ma invano.

E' stato nominato curatore fallimentare il dottor Luca Maggiulli. Entro tre giorni, dovranno essere presentati presso il Tribunale l'elenco dei creditori, le scritture contabili e di bilancio. Il prossimo 7 febbraio si terrà una nuova udienza davanti al giudice Orlando per monitorare l'evolversi della procedura fallimentare, ed entro 30 giorni da quella data i creditori dovranno presentare le domande per far valere le loro pretese economiche. Solo alcuni giorni fa il Tribunale del Riesame aveva confermato un'altra misura reale emessa nei confronti della società calcistica, e cioè il sequestro preventivo del 50 per cento del cartellino dell'ex bomber Francesco De Gennaro, che era in comproprietà con l'Hellas Verona.

Per quanto riguarda la vicenda giudiziaria che sarebbe alla base del tracollo economico della società gallipolina bisognerà attendere poco più di un mese. Il 16 settembre inizierà il processo nei confronti del presidente Daniele D'Odorico e del suo socio Christoph Concina, accusati del reato di truffa. Secondo gli inquirenti l'operazione di compravendita della società calcistica della cittadina jonica è stata tutt'altro che cristallina. A mettere in moto l'inchiesta a carico di D'Odorico è stato proprio il suo predecessore, Vincenzo Barba, ritenuto insieme al nipote Antonio parte lesa nella cessione della società giallorossa. Suggellata da un contratto siglato l'11 agosto scorso, con il quale l'attuale presidente s'impegnava a versare ai fratelli Barba 3 milioni, 115mila e 520 euro. Che gli ex titolari asseriscono di non aver ricevuto. Ma non solo, ci sarebbe, infatti, una vicenda di tipo patrimoniale di cui i Barba non sarebbero stati edotti dall'imprenditore. E cioè aver taciuto la circostanza di avere due iscrizioni ipotecarie su altrettanti immobili, una risalente al 2005 ed una al 2009.

Ma neanche i termini contrattuali relativi al pagamento sarebbero stati onorati. Come quello del 15 settembre scorso, data entro la quale D'Odorico avrebbe dovuto depositare una garanzia fideiussoria. I Barba lamentano anche di non aver ricevuto ben due pagamenti rateali: un primo di 500 mila euro, che doveva essere estinto entro il 30 settembre scorso, ed un secondo di 1 milione di euro, con scadenza prevista per il 30 dicembre 2009.

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