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La crisi politica a Palazzo Balsamo non si sblocca. Ed Errico getta la spugna

Il primo cittadino nelle scorse ore ha rassegnato le dimissioni dalla carica dopo aver atteso ancora qualche giorno per avere indicazioni dai partiti per mettere in piedi una nuova maggioranza. Accordo fallito. Ora a Palazzo Balsamo si aspetta il commissario

GALLIPOLI - Superato un altro week end di passione e di attesa, e dopo il tourbillon del tweet sulla morte in discoteca e la vigilanza delle famiglie che ha scatenato le polemiche, il sindaco Francesco Errico nel primo pomeriggio di oggi ha rassegnato le sue dimissioni. Un atto legato alla crisi amministrativa ancora irrisolta. Un provvedimento che il primo cittadino di Gallipoli aveva congelato per un paio di giorni dopo la richiesta avanzata da alcuni gruppi politici di maggioranza. Già sabato scorso infatti Errico era pronto a gettare la spugna e formalizzare il suo atto in Comune. Tant’è che aveva anche convocato la stampa per annunciare ufficialmente la sua decisione. Poi un nuovo stop. Temporaneo. Arrivato al fotofinish in seguito ad una richiesta fatta pervenire al sindaco da alcuni gruppi politici della maggioranza che hanno chiesto di temporeggiare e  concedere ancora un po’ di tempo ai partiti per sottoporre una nuova proposta di accordo e per riorganizzare un nuovo assetto di governo.

“Ero in procinto di dimettermi come annunciato già sabato scorso” spiega il sindaco Errico, “ma i gruppi politici mi hanno chiesto ancora 24 ore o poco più di tempo per chiarire le proprie posizioni e sottopormi una nuova base di accordo. Per rispetto istituzionale e fair play politico ho deciso di accogliere la richiesta e ho deciso di attendere ancora un po’. Ma ora avendo verificato la mancanza di certezza e stabilità politica ed essendo venuto meno il gruppo che aveva sottoscritto il documento programmatico per la fine del mandato, ho deciso di dare seguito al mio intendimento e ho rassegnato le mie dimissioni”. Un lungo e interminabile tira e molla. In attesa dell’epilogo formalizzato in queste ore. L’ennesimo rinvio non avrebbe portato altro che a cristallizzare la posizione che i gruppi della maggioranza originaria di Errico (Pd, Udc, e le liste civiche Con Errico sindaco, Volta la carta e Gallipoli è tua) intendevano perseguire per dar corso alla nuova fase amministrativa: ricomporre un’alleanza di centrosinistra, con eventuale ingresso in maggioranza di tutte le forze politiche schierate con Emiliano nel consiglio regionale, e varare una nuova giunta di alto profilo. E con l’esclusione diretta dell’allargamento a pezzi del centrodestra (i consiglieri Di Mattina e Chianella), ma soprattutto al sostegno del gruppo misto di Salvatore Guglielmetti. Una rinuncia non certo facile per Errico tenendo conto che il consigliere comunale ex Udc e ora vicino al gruppo di Fitto, era quello più suffragato alle scorse elezioni comunali.

Il nodo non si è sbrogliato. Su input del segretario Udc, Giancarlo Padovano era stata avviata una verifica con tutti i gruppi politici del centrosinistra e le liste civiche per assemblare una maggioranza forte e corposa e che potesse convincere anche il Pd a rientrare nei ranghi. E per poi riavviare la trattativa diretta della coalizione (magari allargata anche ai consiglieri Titti Cataldi della Puglia in più e Rosario Solidoro de I Pugliesi, ma riavvicinatosi nelle ultime elezioni regionali al centrosinistra) con il sindaco. Anche il gruppo consiliare di Volta la carta, con il capogruppo Paolo Barba aveva ribadito “la necessità di trovare in una coalizione di centrosinistra la soluzione ad una situazione di stallo amministrativo diventata sempre più confusionaria”. Nonostante il quadro politico alquanto incerto, il Pd con una nota di ieri aveva comunque ammorbidito la sua posizione dichiarando di non “sottrarsi mai a incontri tra le forze politiche presenti sul territorio per trovare punti di intesa e percorsi condivisibili”. Il sindaco ha inteso però che le trattative in corso non avrebbero mai riportato in auge l’accordo originario sul quale poggiava l’Errico bis e da qui la volontà di dare corso alla sua decisione già assunta. Le dimissioni. Che seguono quelle già presentate nel maggio scorso. Ora altri venti giorni per ripensarci. O l’arrivo del nuovo commissario straordinario a Palazzo Balsamo.

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