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Barba in contropiede: "Potrei lasciare il Gallipoli"

Il sindaco-presidente chiede il coinvolgimento nella gestione societaria per programmare la nuova stagione di C1: "Imprenditori, svegliatevi o lascio il calcio". Ma il disimpegno è più ampio

La partita più ardua la giocherà all'inizio della prossima settimana quando scaduti i venti giorni di "prognosi" concessi per riapprovare il bilancio comunale e ricompattare la sua maggioranza, si saprà se rimarrà il sindaco di Gallipoli o meno. Nel contempo Vincenzo Barba rende inquieti i sogni dei tifosi giallorossi. Dopo la conquista della salvezza nel campionato di C1 in casa del Gallipoli calcio si guarda già al prossimo futuro, ma il presidente della rinascita calcistica cittadina lancia il suo ultimatum: "Non posso più andare avanti da solo nella gestione del Gallipoli calcio".

Messaggio chiaro e rivolto soprattutto alla classe imprenditoriale locale. Uno sfogo dettato sicuramente anche dalla delusione personale di Barba che sul campionato di C1 appena concluso aveva certamente riposto ben altri obiettivi. Fallito il progetto "B...come Barba" al primo tentativo o quanto meno attraverso l'appendice dei play off, non c'è comunque da drammatizzare più di tanto. Una salvezza in un campionato arduo come quello di C1 per una matricola, seppur terribile, come il Gallipoli non è certo da buttar via. Ma il patron Barba è uomo abituato a vincere in ogni campo e quindi deve ancora mandar giù quello che, lui stesso, considera un boccone amaro.

Nel frattempo chiama nuovamente tutti a raccolta (lo aveva fatto anche al termine del campionato trionfale di C2 dello scorso anno). Servono urgentemente forze economiche nuove. Per rinvigorire le casse societarie, per programmare, per ripartire con nuovo slancio e nuovi obiettivi. Appello accorato agli imprenditori gallipolini e dell'hinterland che ancora sonnecchiano. E che farebbero bene a fare un passo in vanti prima che Barba, ormai stanco di attendere, decida di chiudere baracca e burattini e di rompere, suo malgrado, il giocattolo del Gallipoli calcio. Ed è quello che gli appassionati tifosi giallorossi sperano vivamente che non accada. Un quadro più chiaro si potrà avere dopo l'assemblea pubblica che il presidente Barba intende convocare nei prossimi giorni e nella quale esporrà alla cittadinanza le difficoltà gestionali per le quali non è più possibile andare avanti.

Per ora Barba, dalle colonne di LeccePrima, si sfoga impetuosamente come nel suo inconfondibile stile: "La vera ricchezza di Gallipoli sono i suoi cittadini comuni che, grazie alla loro laboriosità quotidiana, sono gli artefici dello sviluppo della nostra città. Per il resto, mio malgrado, sono obbligato ad ammettere che tutti coloro che godono di risorse economiche importanti preferiscono conservarle sotto il materasso piuttosto che metterle a disposizione della comunità. E ciò avviene in tutti settori e in tutti gli ambiti, a cominciare dallo sport per finire alla politica amministrativa".

E aggiunge: "Non è un caso che in qualità di Presidente della locale squadra di calcio, malgrado gli ingenti impegni profusi che hanno portato a conquistare titoli e promozioni su tutto il territorio nazionale, malgrado le ripetute richieste di collaborazione, sostegno e supporto, il sottoscritto sia rimasto solo nella gestione, dovendo affrontare gli oneri che comporta un campionato prestigioso per la città di Gallipoli, quale quello della C1, in totale solitudine. Ed è per questo che, tra qualche giorno, indirò un'assemblea nella quale esporrò alla cittadinanza le difficoltà gestionali per le quali non è possibile andare avanti oltre, senza il supporto necessario di chi potrebbe investire in un bene sociale quale la squadra di calcio, invece di sottrarsi".

Ma dal calcio alla vita sociale e amministrativa la musica, secondo Vincenzo Barba, non cambia: "Ciò che avviene nello sport avviene anche in altri settori sociali altrettanto vitali. Non si può ignorare il fatto che allorquando si chiede il contributo dei settori economici interessati a bandi di cofinanzia-mento regionale, oppure per l'organizzazione di manifestazioni culturali o storico-identitarie, il disinteresse prevale sull'adesione e sulla partecipazione. A chi si può rivolgere l'Amministrazione comunale se non a chi ha maggiori disponibilità economiche per capacità personali e per fortuna? Forse a coloro che hanno serie difficoltà a giungere alla fine del mese? Perché tanto disinteresse ad investire nella città e sulla città? Forse perché fino ad ora" conclude il presidente e sindaco di Gallipoli, "ci sono stati sempre i soliti, o il solito..., che per il bene di Gallipoli ha rinunciato ad altre forme di investimento più redditizie puntando tanto, tantissimo sul sociale e sull'attaccamento ai valori comuni di sempre? Credo che sia giunto il momento di uscire allo scoperto".

"Chi ha la possibilità economica per farlo, chi dice di aver a cuore la gallipolinità e poi magari si lamenta che ci sono tante piccole disfunzioni da sanare non può chiudersi nel proprio recinto, non può asserragliarsi nel proprio fortino. C'è bisogno di una presa di coscienza collettiva. C'è bisogno del coinvolgimento generale. Ne ha bisogno Gallipoli, ne hanno bisogno i gallipolini e spero proprio che questa volta quel bisogno, quel sostegno e quel supporto che tutti doverosamente ci auspichiamo non verrà a mancare".

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